29 aprile 2007

botanica e koan

Il maestro disse un giorno all'allievo giunto da lontano a imparare lo zen: "Voglio darti un lavoro. Vedi quel grande vaso con due piante di glicine? Vanno trapiantate in quest'altro" e gli porse un vaso di coccio evidentemente più piccolo.
Lo studente si avviò pensieroso verso le piante, cominciò a scalzare la terra intorno e a estrarle con cura dal vaso. Le due piante di glicine erano meravigliose ed erano cresciute insieme tanto vicine che le loro radici s'erano intrigate a vicenda. Ormai erano praticamente una sola pianta e la zolla con le radici non entrava nel vaso più piccolo.
"Maestro," disse mestamente l'allievo "come posso trapiantare due piante così grandi in un vaso così piccolo? Ho bisogno di un vaso più grande."
Il vecchio lo scostò con un gesto brusco del braccio e si recò in giardino. Con grande delicatezza separò una per una le radici, dalle più grandi alle più minuscole. Poi mise le due piante l'una vicina all'altra e le confrontò. Scelse poi quella con la zolla rimanente delle dimensioni giuste per il nuovo vaso, ve la pose rincalzandola con terra concimata di fresco e l'annaffiò. Infine prese l'altra, con gesti rapidi del coltello ne tagliò tutti i rami e il tronco a pezzi, gettando il tutto insieme agli altri scarti della potatura.

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Questo me lo sono inventato, potrei dire, di sana pianta.
Certo è che se la vita fosse un koan, sarebbe facile rimanere quieti in meditazione.

23 aprile 2007

latitanza

Latitando nella scrittura, indulgo nell'ascoltare e, pigrizia primaverile a parte, nel guardare con occhi di sempre le cose di sempre.

17 aprile 2007

il bisogno di Dio

Qualche mese fa sentii un celebre filosofo etico dire: "l'etica non ha bisogno di dio; ogni essere umano è in grado di comprendere che provocare sofferenza ad un altro essere umano è male" e sono pienamente d'accordo.
C'è bisogno di Dio per sopportare il fatto che la sofferenza esiste comunque e non c'è rimedio.
C'è bisogno del concetto di Dio, per poter giocare a fare Dio e far soffrire deliberatamente un altro essere umano, contrariamente ad ogni etica.

11 aprile 2007

la mela divisa

Ho sempre sbucciato io la mela.
Meticolosamente pulita e tagliata a spicchi.
Due tu e due io.
Non so bene cos'è il vero amore.
Forse non c'è mai stato fra noi.
Chi se lo ricorda, è passato troppo tempo.
Cinquant'anni di mele sbucciate e divise a metà.
Ora la sbucci tu a me.

03 aprile 2007

piccoli incidenti domestici

Lo senti subito quando il taglio è profondo.
La mano incontra l'acciaio nascosto, spietato;
è un senso di separazione estrema.
Attendi un attimo sospeso nel tempo, incredulo,
che la prima goccia appaia.
Guardi come l'acqua saponata si tinge di rosso,
invece di tenere il braccio sopra la testa,
più in alto del cuore.