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22 settembre 2007

fuor di metafora

Ho conosciuto uno senza dita. Ha teso la mano per presentarsi e mentre gliela stringevo me ne sono accorto. Mi ha raccontato poi che lavora la ceramica.

16 luglio 2007

piccoli uomini

Si dice che la storia sia fatta dalle biografie dei grandi uomini. I miei libri di storia io li ho venduti appena dopo la maturità. Penso che quelle poche migliaia di lire siano finite in bevute di birra con gli amici.
Così ora non mi ricordo più bene chi fossero Nitti, Orlando o Sonnino. Nomi che trovi scritti nelle piazze e ti ricordano solo di personaggi corpulenti con lo sguardo intenso e folti baffi. Di Garibaldi ammiro sempre la statua sul Gianicolo, ma poco ricordo dell'Uruguay, per dire.
Invece il sapore della birra me lo ricordo sempre e, se mi concentro, ricordo tutte quelle che ho assaggiato. Come pure mi ricordo bene il sapore delle patate novelle che Antonio riportava dal suo orto: piccolo, piegato dalla fatica e dall'artrosi con due manciate di piccoli tuberi sporchi di terra a precederlo.

03 luglio 2007

i pilastri dell'emozione

Lei mi dice come prima cosa: "mettiti in mutande", il che mi sembra un tantino bizzarro per una sublussazione alla spalla, però obbedisco. Poi comincia a visitarmi dalla testa ai piedi, controllare gli allineamenti dello scheletro, i muscoli e gli organi interni. In piedi, cammina, sdraiato. Tira e molla, gira e torci, palpa e pressa.
"Non è solo la spalla, è tutta questa linea qui che non va" e mi traccia un asse che va dalla testa dell'omero alla testa del femore opposto. "Il fegato è bello grosso; niente di patologico, ma non è che bevi troppo?" Poi ad un tratto, mi ficca le dita dietro la schiena proprio dove finiscono le costole. Stoico, sì, ma che male! Lo confesso: a sinistra mi fa un male cane. Mi chiede con nonchalance: "Sei sposato? Fidanzato?" Io devo aver fatto una faccia strana, come per le mutande. Che c'entra lo stato civile con il mal di schiena? "Sono i pilastri del diaframma" mi spiega "qui si accumulano le tensioni legate all'emotività e tu ce li hai proprio bloccati!"
Ok, tutto chiaro ora.

25 giugno 2007

senza senso (apparentemente)

L'altro giorno m'è capitato di buttare l'occhio su una targhetta nuova nel corridoio dove è il mio ufficio. E' un corridoio lungo di tutte porte uguali rivestite in lamina finto legno. Difficile che faccia attenzione alle targhette: sono sempre le stesse e io sto sempre immerso nei pensieri miei. Anzi capita a volte che entro nell'ufficio prima o in quello dopo del mio tanto sono distratto. Eppure questo l'avevo notato, il nome di una collega che conosco da un sacco di anni anche se non siamo mai andati oltre il saluto o una chiacchierata nel corridoio. Però era un po' che non la vedevo, era stata trasferita, ed ho pensato: "to', è di nuovo qui!"
M'hanno detto che ieri è morta di cancro. Le targhette non significano veramente nulla.

23 giugno 2007

piccole necessarie confessioni

Non so voi, ma io mi sento sempre un po' strano quando qualcuno che non conosco mi confida qualcosa di intimo di punto in bianco.
Come per esempio, l'altro giorno, il mio vicino per sottolineare quella sensazione di violazione che rimane sempre quando ti entrano i ladri in casa, mi ha raccontato i dettagli della notte, di come stava copulando con la moglie e di quello sfinimento post coitale che ti rende quasi insensibile a tutti i rumori.
Sarà che in condizioni normali ci vogliono le pinze per tirarmi fuori qualcosa di personale, anche alle persone che mi amano e mi conoscono bene, ma provo sempre un brivido d'imbarazzo in certe situazioni.
Ieri pomeriggio m'è successo ancora mentre stavo concludendo una transazione commerciale, in un garage, che, se ci pensate, è il momento e il luogo che ispirano di meno forse a questo tipo di aperture. Eppure, quest'uomo suppergiù della mia età, che avrò visto tre volte in tutto, s'è messo a parlare di come ha perso la madre di leucemia. Della rabbia delle sedute di chemioterapia, guardandosi intorno e vedendo quanti giovani facevano compagnia alla sua vecchia. Niente di nuovo, io sono un duro, lo fissavo con la consapevolezza che la vita è così. Ma quando a sintetizzare l'indegnità della cosa mi ha versato addosso: "sono finito a dover fare il bidet a mia madre, capisci?" E io, sì, capisco e ho dovuto abbassare lo sguardo. Una stretta di mano, i convenevoli, come se niente ci fossimo detti, ed ero fuori all'aria afosa.
Sono a disagio, voglio pensare ai casi miei e non capisco perché mi vuoi dare più informazioni di quelle di cui ho bisogno.
M'è rivenuto in mente d'aver letto qualcosa su un altro blog che affrontava il tema e confidava, riuscendo pure a dare un senso positivo al tutto.
M'è venuto in mente che devo essere proprio cieco se non riesco a vedere attraverso le persone quando si rendono trasparenti e che, in fondo, anche io vado facendo qui da tutto questo tempo la stessa cosa. Piccole necessarie confessioni a perfetti estranei.


22 giugno 2007

essenze scrostate

Ieri sera me ne stavo a prendere fresco in balcone, mezzo stordito da quel boccale di birra a stomaco vuoto che m'ero bevuto. Ci vuole una doccia calda anche d'Estate a riconciliarti con l'universo. Radere i capelli a zero e fare subito dopo una doccia calda, ecco come mi piace. E asciugarmi al ponentino con le gocce d'acqua ancora addosso. Ieri era infatti Estate. Ma non è questo il punto.
M'ero acceso da fumare e sbuffavo voluttuosamente spire controluce al bagliore della tv accesa senza audio in salone. Poi lo sguardo è caduto sul portacenere di vetro e con un gesto distratto ho fatto saltare con l'unghia l'ultimo pezzetto di quella pellicola che lo ricopriva. Ho avuto un lampo della memoria e ho rivisto il momento in cui l'ho avuto fra le mani per la prima volta. Massiccio, solido, rosso sangue. E' stato da sempre in casa, anche quando ho smesso di fumare. Uno di quelli oggetti di riferimento di cui ti liberi solo quando si rompono. Il portacenere è stato relegato sul tavolino in balcone e negli anni ha cominciato a scrostarsi del colore originale. Ora è verde; forse per un caso, un colore complementare. E' molto più trasparente di prima, ci si può guardare attraverso: ci vedo la mia mano se lo afferro. Ha perso la sua patina di novità e perfezione e, per qualche ragione, è diventato ancora più attraente per me.

06 giugno 2007

enchain me or set me free

Una mia vicina di casa ha un gatto. Si chiama Micki. Il gatto non la vicina.
Micki è un bel soriano nero e bianco. Il pelo lucido e lo sguardo sveglio.
La mia vicina ama molto Micki; almeno così mi pare.
Lei lo porta a fare le passeggiate nel vialetto condominiale con un guinzaglio.
A me questa cosa ha sempre stupito un po'. E non solo solo io, perché è capitato anche ai miei amici di incontrarla e tutti m'hanno detto: "hai visto quella col gatto al guinzaglio?"

Un giorno mi ha detto che è per il suo bene. Altrimenti scapperebbe, si perderebbe per la città e non saprebbe come tornare. Io ho pensato: "e ci credo che vuole scappare! Qual è il gatto che vuole essere tenuto al guinzaglio?"
Poi è successo che Micki è riuscito a scappare davvero. La vicina era disperata. Lei e tutte le altre "gattare" del condominio in strada a chiamarlo.
Micki è tornato dopo due giorni, che stava benissimo e sicuramente se l'era spassata un mondo.
Io non so cosa significa. Non so se sia meglio il guinzaglio e stare sicuri o l'indipendenza e rischiare di perdere. D'altronde io non ho un gatto.

02 giugno 2007

A Sort Of Homecoming (VIII)

Il sole trafigge le colline di tufo da uno squarcio di nuvole come un ricordo. Esalta radente il fieno chiaro come i capelli ed i campi d'erba umidi s'accendono del verde degli occhi. Intanto cadono rade piccole gocce di pioggia come lacrime sul parabrezza.

01 giugno 2007

10

La prima si dischiuse contando
leggera e incosciente come quella d'un bimbo.
La seconda con stento e con paura
non s'è aperta neanche tutta per il dolore.
Continuano a contare adesso
tutt'e due serrate a pugno.

20 maggio 2007

dubbi esistenziali

L'altro giorno m'ha svegliato l'abbaiare di un cane. Lo conosco, è un cane enorme dall'aspetto feroce.
Stamattina presto m'ha svegliato invece un bimbo che piangeva al piano di sopra.
Non mi sono arrabbiato pensando: "meglio un bambino che un cane!"
Subito dopo mi sono messo a ponderare se, su scala cosmica, fosse davvera esatta la mia affermazione. Avevo qualche dubbio.
Poi ha cominciato anche il cane.

18 maggio 2007

nel loop infernale

E' il fegato beccato e strappato ogni giorno
E' il masso che rotola sempre all'indietro
Sono i dolci frutti che sfuggono alla presa.
E Il signor Smith beffardo che chiosa:
"prendi un circolo, coccolalo e diverrà vizioso..."

14 maggio 2007

allucinazioni autostradali

Ho visto un piccolo campo brullo con una pianta di rosa al centro. Un solo ramo lungo e una sola rosa bianca. Il contadino poco lontano intento a cercare per terra chissà cosa.
Ma forse mi sono sbagliato; andavo veloce.

05 maggio 2007

little assaults

Wandering around the old city
From every door, at every window
They wait, cruel sad memories
So common you don't see them coming
Damp patches on the walls
Wait to be scraped off to reveal
Colors and pleasures hidden by time

Passeggiando per la città vecchia
Da ogni portone, ad ogni vetrina
Aspettano memorie tristi e feroci
Non le vedi arrivare tanto sono comuni
Macchie d'umidità sui muri
Attendono d'esser grattate via a scoprire
Colori e piaceri nascosti dal tempo

11 aprile 2007

la mela divisa

Ho sempre sbucciato io la mela.
Meticolosamente pulita e tagliata a spicchi.
Due tu e due io.
Non so bene cos'è il vero amore.
Forse non c'è mai stato fra noi.
Chi se lo ricorda, è passato troppo tempo.
Cinquant'anni di mele sbucciate e divise a metà.
Ora la sbucci tu a me.

03 aprile 2007

piccoli incidenti domestici

Lo senti subito quando il taglio è profondo.
La mano incontra l'acciaio nascosto, spietato;
è un senso di separazione estrema.
Attendi un attimo sospeso nel tempo, incredulo,
che la prima goccia appaia.
Guardi come l'acqua saponata si tinge di rosso,
invece di tenere il braccio sopra la testa,
più in alto del cuore.

25 marzo 2007

pulizie domenicali

Mi è sfuggita in avanti
passata tra i fogli
d'un calendario mai aperto
L'inseguo stracciando
le memorie
in coriandoli minuti

18 marzo 2007

divinazione

Appoggiato alla finestra spalancata,
trovarmi a desiderare di capire
è scrutare il buio sfumato di lampioni
e seguire le spire di fumo svaporare
Questa notte a cercare il vaticinio,
sai, è come scartare un bacio
e non trovarci il bigliettino

11 marzo 2007

bubble bath

Brillano nel buio assieme
la lunga a fianco della corta
che non sa d'essere alla fine
e brucia con la stessa luce
eppure danza all'aria
con un ritmo uguale
Mi immergo e si smorza
il rumore là fuori
Sento bene ora il caldo
e i battiti del cuore
Come se fosse l'ultima canzone
trattengo il fiato
all'infinito, finché posso
Rinasco di schiuma bianca
e sono figlio di me stesso

09 marzo 2007

A Sort Of Homecoming (VI)

Time never dies. The circle is never round.

Ti guardo mentre parli, seduta accanto a me sull'aereo che sta partendo, i tuoi capelli biondi e i tuoi occhi chiari. Come muovi le mani sullo sfondo d'una maglia accollata nera. E' un viaggio simile il nostro: sono vestito di nero anch'io. Mi parli eccitata della tua laurea fresca in Giornalismo e dello stage a Bruxelles. Conosco quella luce negli occhi, quella stessa spregiudicatezza ingenua. I progetti dei vent'anni e il desiderio d'impegno sociale. Troppe cose coincidono. Rivedo la sua stessa energia e la voglia di partire dai suburb della grande metropoli per andar lontano a cambiare il mondo. Scivolo nei miei ricordi e mi pare di tornare quindici anni indietro nel tempo. Ci lasciamo al controllo passaporti, so che non ci vedremo più e mi pare che tutto abbia un senso. Che le persone e le cose non scompaiano veramente, ma si trasformino, rinascano e continuino a girare sulla giostra in eterno.
Poi però sono giorni di pensieri freddi, di appunti scritti a notte fonda, di solitudine in mezzo a tanta gente amica. Sono lapidi e vento ghiaccio e neve.
Il tempo non si ripete, sono solo cazzate a rendere il pensiero dell'impermanenza più sopportabile. Com'è pure una sciocchezza tentare di replicare esattamente le cose buone. Riattaccare tutti i pezzi della tazzina a cui tenevo tanto e che si è rotta per colpa mia. Mi appunto anche questo, certo. Al ritorno mi sono assicurato che a fianco a me non ci fosse proprio nessuno. Ho dormito.

Time does not wait, and the circle is not round.




15 febbraio 2007

chimica elementare

Non sapevo che delle proteine
m'avrebbero cambiato la vita
Né che fosse tanto dannoso
avvicinare una perla all'aceto
Il sangue rimane rosso
perché è già ruggine
e il vino racconta a volte
soltanto mezze verità
Gli elementi sono tutti qui
sulla tabella appesa al muro
ma per quanto mi ostini a capire
la loro armonia non è scritta
sui libri che ho studiato
aiutami a capire
coi tuoi silenzi
e la dolcezza tua