23 novembre 2004

L'Undicesimo

Un pensiero sfuggente che mi riporta alle stesse sensazioni di tanto tempo fa.



"Allievo, a girare!", la voce dell'Aspirante rotola nell'enorme camerata. Sugli attenti, in pigiama, lo guardo per un istante con gli occhi ancora assopiti e poi scatto nei gesti e nei pantaloni ancora caldi. Correre giù per le due rampe di scale di marmo, la grande porta vetrata che scricchiola e sono in piazzale. Neanche guardo intorno, il berretto tirato sul muretto: sono già aggrappato alle sartie.
Il primo giro non lo sento quasi. Arrivo in cima; il predellino è viscido di salsedine, non devo cadere. Riscendo.
E così altre nove volte. Fino a non sentire più le braccia per la fatica. Un unico pensiero: tornare a letto. Gli altri dormono già, sono sicuro. Riscendo.
Giro intorno al brigantino per raccogliere il berretto e sono folgorato da un pensiero. Comincia a piovere di gocce sottilissime e fredde. Ad ogni quadrato di cavi, mi soffermo ad annusare la brezza tagliente. Risalgo con lentezza. Fino alla barra. In piedi sul metallo nero, abbracciato al pennone. Il mare è scuro e magnifico tutto intorno e la città splende di lampioni. Sono bagnato la faccia e i vestiti, ma non ho più freddo. E' per me questo giro.

Nessun commento: