A Sort Of Homecoming (III)
Voli bassi di rondini nere
a negare un sole pallido
Dovrà piovere ancora qui
[tutte cose di cui si può fare a meno]
Voli bassi di rondini nere
a negare un sole pallido
Dovrà piovere ancora qui
secreto da A. alle 12:00 3 commenti
categoria: versi
La strada si srotola e mi porta senza fretta dove la terra è più familiare e più fertile. L'aria fresca e l'odore della pioggia, tra le colline stondate di maggese ed erba verde da dove il nostro pino mi aspetta a guardia come sempre.
Qui è diverso. Qui il dolore è più dolce e intenso, come un profumo disgustoso e conturbante.
La polvere fine copre le cose quasi senza essere e tutto è fermo a come era. Mi accolgono i muri bianchi, le margherite di Warhol e il legno color miele. E' come se fossimo appena andati via e appena tornati. La scacchiera dello "Scrabble" è ancora ferma all'ultima partita; le riviste sul comodino rivelano la data. Due anni e sembra ieri. Spalanco la finestra per dare un po' d'aria, ma non sa di chiuso qui. Il cielo di pioggia ha dato il posto a un sole incerto che scalda i coppi dei tetti incrostati di licheni.
Tutto è così immoto, silenzioso, così uguale che anche il tempo sembra in sospeso. Sono tornato e non siamo mai andati via.
Il cielo ora stride di rondini che sfrecciano basse sui tetti a cacciare insetti. Pioverà ancora.
secreto da A. alle 01:07 4 commenti
categoria: suggestioni
Giro e rigiro il rotolino di scotch tra le mani. Non vedo bene, gratto con l'unghia sul nastro. Niente. Me l'hai dato tu, mi ricordo.
"I brought you a GOOD one," hai sorriso con quella faccia da schiaffi, "not like the cheap one YOU brought..."
E' così anche la vita ora: buona, semplice, circolare e non riesco a trovarne il capo.
secreto da A. alle 08:15 9 commenti
categoria: suggestioni
Sailing backward to a past
that never was
Taking bearing to a future
that will not be
How far
can we get lost?
Navigando a ritroso verso un passato
che non fu mai
Facendo il punto su un futuro
che non sarà
Quanto lontano
ci si può perdere?
secreto da A. alle 02:45 6 commenti
categoria: versi
La storia della bambina stuprata e assassinata ci aveva lasciato tutti colpiti in paese. Nessuno escluso. E sì che ne vedi di cose brutte a fare questo lavoro, ma il modo, la violenza, la disperazione del padre e della madre. Che ne so? Quando ti capita un adulto anche una morte violenta sembra più naturale, più normale. L'effetto che aveva fatto a lui era impressionante. Aveva voluto seguire personalmente tutte le indagini. Non si dava pace. Quando sbatteva giù i pugni sulla scrivania, con quelle sue manone, sembrava che si dovessero staccare pure i gagliardetti dalla parete.
Il caso era rimasto aperto, ché i colpevoli non si sarebbero trovati mai. Troppo tempo e pochi indizi. Avevamo battuto ettari e ettari di campagna a colza e girasoli e grano, ma niente. Nemmeno un capello. E lui s'era tenuto la foto della bambina quella mandata ai giornali, bella nel giorno della comunione. Col vestitino bianco. Biondina e magrolina, come la sua di bambina. Più o meno la stessa età.
Noi lo vedevamo che era imbestialito. Mi diceva spesso quando gli portavo il caffè alla mattina: "Lo vedi, Caputo, la pena di morte non è giusta, sì sa. Ma per questi qui, per questi qui..." e tirava su quel pugno che sembrava matto.
Poi l'incidente. Niente di serio, penso. Una sera tornando tardi come sempre a casa, una parola di troppo con la moglie (dicono le cose non andassero proprio per la quale) e la bambina che s'era messa a fare i capricci. Insomma, uno strattone più forte del solito e il polso della bambina s'era rotto. Una frattura di niente, avevano detto al pronto soccorso, poco più di una incrinatura. Una bambina di otto anni recupera in fretta. Io però l'ero andato a prendere con la radiomobile e avevo visto lo sguardo suo e lo sguardo della piccola in macchina. C'era un'aria pesante. Quegli occhioni verdi spalancati e i suoi fissi sulle scarpe. La moglie muta sul sedile dietro.
Sono stato io il primo di pattuglia ad arrivare. L'hanno trovato così, in garage. Seduto per terra appoggiato alla cantinetta dei vini. Un colpo in bocca. Il vino rosso che colava e faceva rigagnoli col sangue. La divisa piegata bene e appesa alla maniglia.
Già! Ci vorrebbe proprio la pena di morte.
secreto da A. alle 07:30
categoria: narrazioni
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