29 aprile 2007

botanica e koan

Il maestro disse un giorno all'allievo giunto da lontano a imparare lo zen: "Voglio darti un lavoro. Vedi quel grande vaso con due piante di glicine? Vanno trapiantate in quest'altro" e gli porse un vaso di coccio evidentemente più piccolo.
Lo studente si avviò pensieroso verso le piante, cominciò a scalzare la terra intorno e a estrarle con cura dal vaso. Le due piante di glicine erano meravigliose ed erano cresciute insieme tanto vicine che le loro radici s'erano intrigate a vicenda. Ormai erano praticamente una sola pianta e la zolla con le radici non entrava nel vaso più piccolo.
"Maestro," disse mestamente l'allievo "come posso trapiantare due piante così grandi in un vaso così piccolo? Ho bisogno di un vaso più grande."
Il vecchio lo scostò con un gesto brusco del braccio e si recò in giardino. Con grande delicatezza separò una per una le radici, dalle più grandi alle più minuscole. Poi mise le due piante l'una vicina all'altra e le confrontò. Scelse poi quella con la zolla rimanente delle dimensioni giuste per il nuovo vaso, ve la pose rincalzandola con terra concimata di fresco e l'annaffiò. Infine prese l'altra, con gesti rapidi del coltello ne tagliò tutti i rami e il tronco a pezzi, gettando il tutto insieme agli altri scarti della potatura.

---------
Questo me lo sono inventato, potrei dire, di sana pianta.
Certo è che se la vita fosse un koan, sarebbe facile rimanere quieti in meditazione.

7 commenti:

Zu ha detto...

Bella questa del vaso di procuste.

Anonimo ha detto...

cioè, nel dubbio, lasciarne una di sana pianta e tenersi solo l'altra?

derbeer ha detto...

Sono sempre più convinta che non mi darò mai al giardinaggio! :-)

Anonimo ha detto...

Ma la bellezza va dimezzata? Frazionata? Traferita?
La bellezza non resta intatta?
Io non capisco niente. Sono molto confusa.
SmokingPer

Anonimo ha detto...

ti giuro che arrivata alla fine, prima di leggere la postilla, mi sono detta: no, non è vero, questa se l'è inventata.
(poi però ci penso e cerco un senso. mi viene da pensare al medico che mi curò la malaria, quando disse che nella difficoltà di decidere chi salvare, quando i farmaci sono pochi, devi scegliere chi ha il fisico apparentemente più adatto alla vita)

Anonimo ha detto...

Tanto una delle due si sarebbe mangiata l'altra, prima o poi ...
Bello, bravo, bacio

A. ha detto...

Grazie a tutti per i commenti.

zu
valeva la pena di scrivere il koan anche solo per il tuo commento

aitan
Non nel dubbio, ma nel vaso...

derbeer
Nemmeno io, che poi, se mi metto a svasare in balcone ecco che mi viene in mente.

SmokingPermitted
In un mondo perfetto non ci si dovrebbe trovare a fare scelte così difficili. Non capisco bene nemmeno io. Però provo a scriverlo.

flounder
Non è vero? Non è scritto da un autentico maestro giapponese, dirai. E' un po' uno "zen de' noantri".
Più che scegliere chi è in grado di sopravvivere meglio qui si trattava fra due opzioni apparentemente identiche in termini di pro e contro di trovare un metodo per scegliere. A volte tocca fare proprio così. Senza rifletterci troppo. E quello che rimane, alla spazzatura.

Franci
Ecco un punto di vista molto pragmatico anche se un po' triste.
Grazie, comunque, troppo buona.