Buonanotte ai Suonatori
Tre belle idee avevo stasera da scrivere. Una cuccagna. Ottime idee, credo. Due arrivate in casa mentre mi cambiavo per uscire. La terza al supermercato, mentre rovistavo fra la frutta. "Scemo" ho pensato, mai che ricordi di portare carta e penna. Per i momenti così. Senza il laptop sottomano. Ma erano così forti, così fresche che non ho temuto per un attimo di perderle. Il tempo di buttare quattro cose nel carrello e correre a casa a scrivere.
Dritto il banco dei formaggi e io ancora a rovistare, poi come quando senti qualcuno che ti spia, da sopra la spalla ho messo a fuoco. Tutte allineate come in parata, mille bottiglie a meno di due braccia. Il brie cade nel carrello e io mi appoggio sul manubrio in cerca di sostegno. Respiro a fondo: "va tutto bene". Sfilo come in tranche davanti ai rossi piemontesi. Sono salvo: il banco frigorifero. Frastornato non mi accorgo che in realtà sto proprio scarrocciando contro uno scaffale. Whisky. Fa caldo qui. La testa leggera e i palmi umidi. Sono ipnotizzato dalle etichette che mi frullano davanti. Qui non c'è, ma non si dimentica il gusto dell'Ardbeg. Il profumo pieno di torba e il gusto pungente, caldo, morbido al palato. Non si dimentica. Perché sono venuto qui stasera, solo? Ce la posso fare. Piegato sul carrello rotoliamo insieme. L'ascensione al Calvario dei single malt. Le birre mi pressano da destra. Le grappe e poi è finita. Bibite analcoliche. Raccatto un pacco di lattine e sono fuori. Poi mi fermo. Non mi ricordo neanche più l'ultima volta che ho bevuto. Ho la gola di cartone. Ora ne prendo una, m'infilo in macchina e... Scrollo la testa per far uscire il pensiero. I biscotti. Le casse. Buonasera. No, non ho la card. Grazie.
L'aria fresca nel garage mi rinfranca. Sono ok. Guido piangendo e la musica mi calma. Il volume al massimo, taglio la strada come fosse acqua nera.
Le mie tre idee sono sparite. Solo questa gola di cartone. Lei già dorme; adesso è tardi, è già domani. Buonanotte ai suonatori!
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