A Sort Of Homecoming (II)
La strada si srotola e mi porta senza fretta dove la terra è più familiare e più fertile. L'aria fresca e l'odore della pioggia, tra le colline stondate di maggese ed erba verde da dove il nostro pino mi aspetta a guardia come sempre.
Qui è diverso. Qui il dolore è più dolce e intenso, come un profumo disgustoso e conturbante.
La polvere fine copre le cose quasi senza essere e tutto è fermo a come era. Mi accolgono i muri bianchi, le margherite di Warhol e il legno color miele. E' come se fossimo appena andati via e appena tornati. La scacchiera dello "Scrabble" è ancora ferma all'ultima partita; le riviste sul comodino rivelano la data. Due anni e sembra ieri. Spalanco la finestra per dare un po' d'aria, ma non sa di chiuso qui. Il cielo di pioggia ha dato il posto a un sole incerto che scalda i coppi dei tetti incrostati di licheni.
Tutto è così immoto, silenzioso, così uguale che anche il tempo sembra in sospeso. Sono tornato e non siamo mai andati via.
Il cielo ora stride di rondini che sfrecciano basse sui tetti a cacciare insetti. Pioverà ancora.
4 commenti:
Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull'incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l'avevo lasciato.
Ciao caro.
Panousia.
Tremito lieve nel mal di sera
attendi, in esaurite note
apparente quiete.
Patty
Grazie a tutte per i commenti. Siete molto care.
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