06 luglio 2006

Stazioni



Seduto su una panca, guardo i piedi indaffarati, avanti e indietro sulla banchina. Il tempo e il vento hanno lasciato una patina rossa di ruggine sul travertino dei pilastri.
L'odore asfissiante dell'olio e lo stridio del metallo sul metallo turbano i miei sensi. Mi ricordano che sono vivo.
Il clamore, il fischio e lo sbattere dei portelli. Poi il silenzio, solo un istante prima che tutto si ripeta ancora.
Si arriva, si parte. Ci si prende, ci si lascia.
Un abbraccio nel commiato, un altro nel benvenuto. Non c'è fine.
Con le mani giunte, ficcate tra i ginocchi, io sto qui e mi guardo i piedi.

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immagine tratta dal sito Viterbo in cartolina

9 commenti:

Ecate ha detto...

Un altro blogger viterbese (ma cos'è, un morbo?). Come la nostalgia che ispirano le pensiline, nulla ...
Ciao, caro, un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Danza
su punte di spillo
la via del ritorno...

A. ha detto...

Ecate
Viterbese, no. Romano.
Anche se Viterbo e la sua provincia mi sono particolarmente care per motivi familiari.
Mi piaceva la suggestione delle cartoline d'epoca, tutto qui...

Patty
Grazie, sei sempre molto delicata e cara.

ZF ha detto...

Stamane mi son svegliata con una fortissima frenesia di partire. Ho bisogno di allontanarmi da tutti. Speriamo che i miei piedi si affrettino.
Buona domenica!

Miss Law ha detto...

ciao grillo! ma come stai??! quanto tempo! grazie per il commento, bè, ho deciso di approfittare un po' della mia blog fama e lanciare un appello cioè una sonda nello spazio (chissà se mai arriverà al destinatario!!) a gigi! ohh!! baci, law :)

ps: vedo che tu vai ancora di amarcord e immagini vintage, fico.

Anonimo ha detto...

si scoprono cose bellissime lì sotto

A. ha detto...

Zelda
E tu parti. Allontanati.
Poi però torni, vero?

Law
E' vero, tanto tempo. Io posso solo dire che sto (come nel "sette e mezzo"...).
Spero tanto il tuo CV arrivi a Gigi. Te lo meriti!

p.s. grazie

Aitan
Sotto le pensiline della stazione, ci sono le storie più belle e più tristi da raccontare.
Negli aeroporti la gente invece va di fretta e non ci pensa. E' meno intenso, non so. Viene voglia di viaggiare solo in treno a pensarci.
Grazie della visita.

Anonimo ha detto...

Una volta, mentre ero seduta e mi guardavo i piedi in attesa del treno, notai che una miriade di conchigliette correva lungo tutte le fughe delle piastrelle... Ancora mi domando cosa ci facessero lì.

Mi

A. ha detto...

Stavi guardando la sabbia del tempo, caduta da milioni di ere geologiche di viaggiatori come te. Forse lì, tra le fughe delle piastrelle, una volta c'era il mare.

Grazie del commento, Mi. E' sempre un onore riceverne da te. Qui.