20 settembre 2006

Ragioni Etiliche 5

Stamattina c’è il polacco biondo al semaforo di Villa Carpegna. Lo incontro ogni tanto quando passo da qui. C’è una macchinona davanti a me e lui si piega a pulire i fari. È la sua specialità pulire i fari con uno straccio sporco in una mano e la sigaretta nell’altra. Oggi niente sigaretta, ché ha una mano col gesso. Anche quello sporco come lo straccio. Il tizio dentro la macchina si agita, suona, si sente anche da fuori che strilla incazzato, da dietro i finestrini chiusi però. Mi fa ridere: si muove tutto, sembra un pupazzetto. Magari, con una macchinona così, bella lucida, mi incazzerei anch’io se un polacco ubriaco coi baffi mi venisse a sporcare i fari col suo straccio.
Gli dico: “vieni qui. Pulisci!” Lui guarda il motorino e poi mi guarda strano. Gli dico ancora: “Pulisci!” Così viene e mi strofina un po’ il fanale. Tanto la lampadina è fulminata da non so quando e comunque pioverà tra poco. Volevo guardarlo bene e dargli qualche cosa.
Quando m’hanno portato al pronto soccorso qualche mese fa che era mattina presto l’ho visto là. Dorme nella sala d’aspetto poi alle otto, quando arrivano i dottori se ne va con una specie di carrellino dove ha legato una valigia, una scatolaccia di cartone e altri stracci.
Lo guardo da vicino: m’assomiglia. Sembrava più vecchio da lontano, ma avrà più o meno l’età mia. Biondo, però, coi baffi e una collana con una foglia di pietra verde. Mi frugo nella tasca della giacca, lo so che ho qualche spiccio finito dentro il buco della fodera. Ci metto un po’, ma lui aspetta. Riesco a tirare fuori due monete da venti e una da cinque. Dovrebbero bastare per una bottiglia di birra al discount.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

da vicino è diverso, da vicino siamo tutti un pò più simili.