09 settembre 2006
07 settembre 2006
Tango
Il mio palmo e la tua schiena nuda
I nostri ventri si sfiorano
Respiro nel profumo dei capelli
Ti prendo e ti lascio. Sento tutto di te
[Idea di tango per GotanBlog]
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06 settembre 2006
Ragioni Etiliche - 3
Sono inciampato. E che non può capitare a chiunque? Lungo a pelle d’orso davanti al divano e cascando ho dato una capocciata tremenda sul tavolino. Sì, un male boia. Sarò rimasto almeno un quarto d’ora a pancia all’aria che non riuscivo nemmeno a capire dov’ero e che cazzo era successo.
Alla fine sono riuscito a mettermi in ginocchio con la testa che mi batteva come una campana e strisciare in qualche modo fino al bagno. Perdevo sangue come un maiale sgozzato da un taglio grosso così sopra l’occhio destro. Come quella volta che a Taranto, in una delle viuzze vicino all’Arsenale, s’era fatto a bottigliate coi teppisti.
Ho fatto appena in tempo ad abbracciare la tazza del cesso e mi sono vomitato pure l’anima. Una sbronza memorabile, ti giuro! Me la tenevo stretta come un’amante. Ah! Mi sono liberato e poi mi sono sdraiato sul pavimento con un asciugamano bagnato in fronte. Fino alla mattina dopo quando la signora che mi fa le pulizie ogni tanto mi ha recuperato e, in qualche modo, m’ha rimesso a letto.
Adesso che mi guardo allo specchio mentre mi faccio la barba mi viene in mente quel pittore irlandese come-si-chiama -una volta ci ho visto una mostra- quello che dipinge tutte le facce storte e gli occhi pisti. Proprio come me adesso e mi viene da ridere.
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04 settembre 2006
Impronte
Ci siamo guardati a lungo senza parlare, né io né te avevamo il coraggio di dirlo finalmente. Ci siamo abbracciati in un abbraccio che non voleva finire e un bacio che raccoglieva le memorie di tutto il tempo assieme.
Sono stato io a staccarmi. Come sempre. Ti sei aggiustata i capelli corti, una passata delle dita fra quel ciuffo biondo ribelle. Mi hai sistemato il bavero del cappotto e la cravatta, come sempre.
Le nostre auto parcheggiate fianco a fianco. Un'ultima occhiata e lo sbattere delle portiere.
Sei tornata indietro, mentre ancora cercavo di infilare le chiavi nel cruscotto. Hai poggiato le mani sul finestrino (e sai quanto lo odio). Hai lasciato un bacio sul vetro immacolato. Un fiore rosso.
Sei volata via. Prima che avessi tempo di fiatare.
Oggi è brutto fuori. Sto prendendo un altro caffè prima d'uscire, guardando alla finestra. Oggi pioverà e laverà via le ultime tracce di rossetto. L'unica cosa che ancora ho di te.
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29 agosto 2006
Ragioni Etiliche - 2
Quella sera, sarà stato un mese fa, m'ero messo -come faccio spesso- ad aspettare il ponentino delle nove e già faceva scuro. Me ne stavo appunto spaparanzato in giardino sulla sdraio a bere e a fumare, quando una cosa nera è scappata fuori dall’orto. Sì, ché io c’ho provato a farci crescere qualcosa in questo pezzettino di orto. La frutta, i pomodori; tanto per passare il tempo. Ma vicino alla circonvallazione c’è così tanto fumo e polvere che non ci può venire niente di buono. Solo i rovi, quelli sì. E proprio dai rovi è spuntato il micio. Un micetto nero e bianco e gli occhi chiari. Piccolissimo, tutto magro e impaurito, eppure (la fame è una brutta cosa) m’è venuto fino davanti ai piedi e io gli ho tirato un pezzetto di grasso della fettina che era rimasto nel piatto. Insomma, da allora abbiamo fatto amicizia. Tutte le sere alla stessa ora, ‘sto cosettino di pelo si presentava davanti al tavolo e piano piano ha cominciato a giocare con le pantofole, e poi –come fanno i gatti- mi ha cominciato a venire in braccio. Senza fretta. Io sono stato al gioco, mentre finivo la mia bottiglia e le mie sigarette. Non era male come cosa. La sera è il momento più triste, specie adesso che fa notte sempre prima. Quando ti vengono i pensieri e ci serve il vino e qualcos’altro per decidersi e andare a coricarsi. Ormai sono vecchio e c’ho fatto l’abitudine a stare da solo, conosco i trucchi. Ma col micetto, passavo quell’oretta giusta, per andarmene a letto più contento.
Poi dall’altro giorno, niente più. L’aspettavo col pezzetto di ciccia sul piatto, alla solita ora e un po’ di latte per terra al solito posto. Non è venuto. Si sa coi gatti come succede. Oggi qui, domani chissà. Senza padrone. Sono rimasto ad aspettarlo fino a tardi. E la mattina dopo, il latte era ancora tutto nel piattino. Così pure il giorno dopo. Se n'è andato. Confesso che ci sono rimasto male. E' un paio di giorni che ci penso.
Mi sta bene, così imparo ad affezionarmi. Eppure credevo di averci fatto il callo. Come con le donne, che sono andate e sono venute. E ora non me ne frega più nulla. Gli amici poi, quelli sono andati e basta. Chissenefrega pure di loro.
Mi sta bene. Me ne fumo un’altra e poi vado a dormire che è ora.
Come faceva quella canzone? “Quello che non ho è quel che non mi manca.”
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Ragioni Etiliche - 1
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20 agosto 2006
12 agosto 2006
Ragioni Etiliche
Stamattina sono stato al supermercato perchè ho deciso di andare al mare. Che si può fare d'altro di Ferragosto a Roma? Prenderò il trenino per il Lido, come quando facevo da piccolo, con l'ombrellone, le sdraio e i fagotti con il pranzo. Però senza tutto questo adesso. Adesso viaggio leggero.
Mi sono detto, qui serve una lozione solare. Io non capisco niente di queste cose, ma sono andato al supermercato per comprare qualcosa del genere. Quando ero imbarcato, prima che mi buttassero fuori anche dalla Marina, ero sempre abbronzato e non mi preoccupavo del sole. Ma adesso a forza di stare chiuso dentro casa, sono diventato verde come un asparago e credo mi scotterei subito. Ma non si può mica stare tutto il giorno chiusi a cercare solo di avere a portata di mano un bicchiere con qualcosa di alcolico freddo. Infatti sono le 11 di mattina e sono già rincoglionito.
Insomma, sono al supermercato e mi guardo intorno. Trovo dove sono tutti i prodotti di bellezza. Le creme, queste cose qui. Io odio le creme. Sono peloso e odio le creme. Anche quando c'è qualcuno che ti massaggia e te le spalma sulla schiena. E' bello sul momento, se le mani sono delicate. Non mi piace poi essere tutto unto coi peli appiccicati. Eppoi la crema solare con quell'odore, blah, non lo sopporto!
Allora -dicevo- cercavo un qualcosa che si spruzza, uno spray come si dice. Ecco. Mi sono messo a cercare e ci sono le boccettine con lo spray, ma tutte con la protezione bassa, 2 o 8, al massimo 15. Non ho capito bene che significa, ma io voglio la 30. Con lo spruzzo.
Ce n'era solo una per bambini. Colorata. Ho capito che dopo il 15, non esiste più la protezione con lo spruzzo. Solo per bambini la 30, colorata. E l'ho voluta vedere. Era blu.
Mi sono immaginato io che mi spruzzavo sulla testa pelata la crema solare blu. No, proprio no. Non si può. Comunque era sempre crema, schifosa.
Non ho comprato niente alla fine. Ma sono ripassato dove stanno tutti i trucchi per le donne. I rossetti, quella roba lì. E c'era uno specchio lungo e stretto. Ho la faccia piena di rughe, come una maschera. Come quelle maschere che ho portato quella volta che sono stato in Corea. Ho tirato anche fuori la lingua e me la sono vista tutta bianca. Ho anche il fiato che puzza. Allora ho pensato mi ci vuole uno sciacquo e ho guardato dove sono tutti i dentifrici e il resto. Ma questa è un'altra storia.
[rev.1 - 12/08/06]
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