06 aprile 2006

Losing the course

Sailing backward to a past
that never was
Taking bearing to a future
that will not be
How far
can we get lost?

Navigando a ritroso verso un passato
che non fu mai
Facendo il punto su un futuro
che non sarà
Quanto lontano
ci si può perdere?

A Salty Dog

02 aprile 2006

Self Justice

La storia della bambina stuprata e assassinata ci aveva lasciato tutti colpiti in paese. Nessuno escluso. E sì che ne vedi di cose brutte a fare questo lavoro, ma il modo, la violenza, la disperazione del padre e della madre. Che ne so? Quando ti capita un adulto anche una morte violenta sembra più naturale, più normale. L'effetto che aveva fatto a lui era impressionante. Aveva voluto seguire personalmente tutte le indagini. Non si dava pace. Quando sbatteva giù i pugni sulla scrivania, con quelle sue manone, sembrava che si dovessero staccare pure i gagliardetti dalla parete.
Il caso era rimasto aperto, ché i colpevoli non si sarebbero trovati mai. Troppo tempo e pochi indizi. Avevamo battuto ettari e ettari di campagna a colza e girasoli e grano, ma niente. Nemmeno un capello. E lui s'era tenuto la foto della bambina quella mandata ai giornali, bella nel giorno della comunione. Col vestitino bianco. Biondina e magrolina, come la sua di bambina. Più o meno la stessa età.
Noi lo vedevamo che era imbestialito. Mi diceva spesso quando gli portavo il caffè alla mattina: "Lo vedi, Caputo, la pena di morte non è giusta, sì sa. Ma per questi qui, per questi qui..." e tirava su quel pugno che sembrava matto.
Poi l'incidente. Niente di serio, penso. Una sera tornando tardi come sempre a casa, una parola di troppo con la moglie (dicono le cose non andassero proprio per la quale) e la bambina che s'era messa a fare i capricci. Insomma, uno strattone più forte del solito e il polso della bambina s'era rotto. Una frattura di niente, avevano detto al pronto soccorso, poco più di una incrinatura. Una bambina di otto anni recupera in fretta. Io però l'ero andato a prendere con la radiomobile e avevo visto lo sguardo suo e lo sguardo della piccola in macchina. C'era un'aria pesante. Quegli occhioni verdi spalancati e i suoi fissi sulle scarpe. La moglie muta sul sedile dietro.
Sono stato io il primo di pattuglia ad arrivare. L'hanno trovato così, in garage. Seduto per terra appoggiato alla cantinetta dei vini. Un colpo in bocca. Il vino rosso che colava e faceva rigagnoli col sangue. La divisa piegata bene e appesa alla maniglia.
Già! Ci vorrebbe proprio la pena di morte.

31 marzo 2006

Late Again

La medusa di Caravaggio mi schiaccia la tempia sul cuscino e il suo cane a tre teste mi azzanna la schiena. La bocca e il naso sono storti e colano muco e lacrime. Tiro fuori il braccio, è tutto umido qui e non la smetto di tremare. Mi sono pisciato addosso un'altra volta. Non riesco proprio a immaginare da quale cazzo di bettola m'hanno buttato fuori ieri notte. Sento solo i lividi e il cuore che mi spacca le costole. Accendo la luce, la sveglia segna le otto e settanta.

02 febbraio 2006

L.

Since you have been gone, my Love, this world is much less bright.


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29 Novembre 2006

Non avrebbero mai dovuto inventare
il condizionale passato.
Non sarebbe mai dovuto accadere.
Il silenzio del verbo
diventa preghiera infinita.

23 novembre 2005

Favole per non dormire la notte (4)

Bi e Bo erano una bellissima coppia e vivevano la loro unione come un dono meraviglioso del cielo. Un giorno però un mago solitario e invisioso volle rapire Bi e la portò prigioniera nelle segrete del suo castello. Lì questo mago crudele e abietto cominciò a torturarla. Prima le bruciò gli occhi con una lama rovente, perché non potesse mai più rivedere l'amato Bo. Poi le spezzò la schiena perché non si potesse più muovere e abbracciarlo ancora. Infine cominciò a picchiarla da mattina a sera, sul viso, con meticolosa crudeltà. Finalmente, dopo mesi di torture e dopo essere impazzita per il dolore, a Bi cedette il cuore generoso e spirò nelle segrete del mago.
A quel punto, l'incantesimo si ruppe e il mago si trasformò. Il mago era Bo in realtà, vittima di un perfido sortilegio. Alla vista di quello che aveva fatto, Bo impazzì e da allora vaga nel bosco senza meta.
Nelle notti di luna piena potete ancora sentirlo che grida e cerca la sua amata Bi.

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Favole per non dormire la notte (1)
Favole per non dormire la notte (2)
Favole per non dormire la notte (3)

19 ottobre 2005

Favole per non dormire la notte (3)

Bi e Bo erano innamorati e vivevano in perfetta armonia. Un giorno però scoppiò una guerra con una nazione confinante che voleva invadere la pacifica nazione dove Bi e Bo vivevano. La guerra era molto violenta, ma Bi e Bo non perdevano la fiducia convinti che l'immenso amore li avrebbe salvati.
L'esercito occupante era molto crudele e cominciò a bombardare le città e a massacrare anche i civili. Quando i bombardamenti arrivarono nella loro città, Bi e Bo si nascosero in cantina e si tennero abbracciati stretti stretti. La bomba cadde sibilando e squassò l'intero isolato. La pioggia di schegge prese Bi sulla schiena mentre si stringeva a Bo forte forte. Mentre il viso le si faceva bianco come il latte e le mani fredde come il marmo, sospirò sorridendo a Bo: "lo vedi Amore, ti ho salvato". Bo rimase abbracciato tutta la notte, riflettendo su quello che Bi aveva detto. Al mattino decise che doveva trovare per Bi un rifugio migliore e uscì dalle macerie. Fuori c'era ancora fumo e il sole basso rendeva tutto più spettrale.
Per il cecchino appostato sul campanile della cattedrale, Bi e Bo erano poco più d'una macchiolina grigia, ma tanto gli bastava per sgranchirsi le dita in una mattinata pigra.
Bo s'accorse del colpo dal dolore alla schiena e poi dallo schiocco secco nell'aria fumosa. Cadde riverso su Bi e mentre il sangue gli usciva a fiotti dalla bocca pensò: "Amore, adesso t'ho salvato io", poi pensò che era un pensiero senza senso e non pensò più.

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Favole per non dormire la notte (1)
Favole per non dormire la notte (2)

13 settembre 2005

Favole per non dormire la notte (2)

Il DottoreBi e Bo erano giovani e spensierati e godevano d'ottima salute.
Un giorno Bo s'ammalò e nessuno era capace di dire cosa lo affliggeva.
Bi e Bo sentirono i pareri di cento medici, ma ancora Bo non migliorava.
Finalmente, incontrarono un gran dottore che veniva dal lontano Ducato di Milano. Egli parlava saggiamente con larghe labbra tumide. Egli ricobbe il male. "Trattasi di pericrasìa sintomatica dei corpi cavernosi", disse. Una una malattia rara, ma il grande medico ne conosceva la cura e prescrisse perciò una potente purga. "Attraverso l'evacuazione, il corpo si purifica", disse ancora illuminato, "la deiezione andrà conservata, esaminata, onde valutare il miglioramento". Così disse.
Fiducioso Bo incominciò la cura. La purga aveva un grande effetto, ma Bo peggiorava giorno dopo giorno. Peggiorava e si consumava. E purga e purga ancora, si consumò a tal punto, che un giorno, di lui restò solo un'ultima pozzetta di liquido.
Il gran medico convocato sentenziò: "la cura ha avuto effetto! Son 1000 scudi."
Tutto quello che rimase di Bo fu raccolto in un gran vaso di vetro che Bi tiene ancora accanto al letto. La notte -così dice- si sente meno sola a parlare col suo amore.

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Non c'è bisogno, mi pare, di esplicitare la morale. Sogni d'oro.

Favole per non dormire la notte (1)